La presente ricerca si pone l’obiettivo di contribuire alla conoscenza di un fondo di 265 lastre calcografiche conservate presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, la maggior parte delle quali sono state impiegate in edizioni a stampa. La raccolta copre un ampio arco temporale a decorrere dal 1560 fino al 1867. Tuttavia, la parte più cospicua della collezione affonda le sue radici nel Seicento. Le principali tematiche gravitano attorno alle scienze naturali, l’antiquaria, il collezionismo, le arti figurative e le opere teatrali, che riflettono i molteplici e differenti aspetti culturali legati alla famiglia Barberini, committente e proprietaria delle matrici fino alla prima metà del Novecento, che ne dispose per la tiratura nei volumi e per la diffusione in fogli sciolti. L'elaborato è suddiviso in due parti: la prima è articolata in tre capitoli, la seconda è costituita dalle schede descrittive delle matrici e delle edizioni relative alle stampe Barberini. Nel primo capitolo si è cercato di ricostruire le vicende storiche e archivistiche della collezione, nel secondo si rende conto delle indagini effettuate per l’individuazione delle edizioni che presentano stampe tirate dai rami Barberini, e infine nel terzo si prende in considerazione un catalogo di vendita di queste stampe inciso su una lastra che fa parte del medesimo fondo, al quale si sono aggiunti nel corso delle ricerche degli interessanti documenti provenienti dall’Archivio e dai manoscritti barberiniani che mettono in luce come tra il XVIII e il XIX secolo si continuò a tirare delle stampe dai rami della raccolta con l’idea di metterle in vendita per ricavarne dei guadagni. La questione è stata inquadrata nel più ampio contesto del mercato delle stampe a Roma nel Settecento e nell’Ottocento. La seconda parte della tesi è costituita dalle schede descrittive delle matrici e delle edizioni illustrate dalle stampe tirate dai rami Barberini. La lastra rappresenta una preziosa fonte di informazioni, talvolta non desumibili dalla sola stampa, poiché conserva tutti gli interventi diretti intesi a rimuovere o modificare alcune aree specifiche della sua superficie, come le iscrizioni, il numero di pagina o di tavola, che in alcuni casi ne hanno determinato un cambiamento di stato. Da questo punto di vista avere come punto di partenza la matrice ha offerto l’opportunità di comprendere meglio i diversi esemplari da essa ottenuti e di ricostruire l’intero “arco di vita” di una stampa, stabilendo delle relazioni tra la matrice, la stampa e l’eventuale edizione di appartenenza.

I Barberini e le stampe: analisi di un fondo di matrici dell'Istituto Centrale per la Grafica / Gentile, GIGLIOLA EMANUELA. - (2019 Jul 15).

I Barberini e le stampe: analisi di un fondo di matrici dell'Istituto Centrale per la Grafica

GENTILE, GIGLIOLA EMANUELA
15/07/2019

Abstract

La presente ricerca si pone l’obiettivo di contribuire alla conoscenza di un fondo di 265 lastre calcografiche conservate presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, la maggior parte delle quali sono state impiegate in edizioni a stampa. La raccolta copre un ampio arco temporale a decorrere dal 1560 fino al 1867. Tuttavia, la parte più cospicua della collezione affonda le sue radici nel Seicento. Le principali tematiche gravitano attorno alle scienze naturali, l’antiquaria, il collezionismo, le arti figurative e le opere teatrali, che riflettono i molteplici e differenti aspetti culturali legati alla famiglia Barberini, committente e proprietaria delle matrici fino alla prima metà del Novecento, che ne dispose per la tiratura nei volumi e per la diffusione in fogli sciolti. L'elaborato è suddiviso in due parti: la prima è articolata in tre capitoli, la seconda è costituita dalle schede descrittive delle matrici e delle edizioni relative alle stampe Barberini. Nel primo capitolo si è cercato di ricostruire le vicende storiche e archivistiche della collezione, nel secondo si rende conto delle indagini effettuate per l’individuazione delle edizioni che presentano stampe tirate dai rami Barberini, e infine nel terzo si prende in considerazione un catalogo di vendita di queste stampe inciso su una lastra che fa parte del medesimo fondo, al quale si sono aggiunti nel corso delle ricerche degli interessanti documenti provenienti dall’Archivio e dai manoscritti barberiniani che mettono in luce come tra il XVIII e il XIX secolo si continuò a tirare delle stampe dai rami della raccolta con l’idea di metterle in vendita per ricavarne dei guadagni. La questione è stata inquadrata nel più ampio contesto del mercato delle stampe a Roma nel Settecento e nell’Ottocento. La seconda parte della tesi è costituita dalle schede descrittive delle matrici e delle edizioni illustrate dalle stampe tirate dai rami Barberini. La lastra rappresenta una preziosa fonte di informazioni, talvolta non desumibili dalla sola stampa, poiché conserva tutti gli interventi diretti intesi a rimuovere o modificare alcune aree specifiche della sua superficie, come le iscrizioni, il numero di pagina o di tavola, che in alcuni casi ne hanno determinato un cambiamento di stato. Da questo punto di vista avere come punto di partenza la matrice ha offerto l’opportunità di comprendere meglio i diversi esemplari da essa ottenuti e di ricostruire l’intero “arco di vita” di una stampa, stabilendo delle relazioni tra la matrice, la stampa e l’eventuale edizione di appartenenza.
15-lug-2019
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